Spiritualità?

L'idea alla base del blog è parlare di spiritualità.

Ho provato a riflettere su cosa ciò significhi e a darne una definizione, almeno preliminare, attorno cui ruoteranno bene o male tutti gli articoli. 

Penso sia un punto importante da fissare. 

Blog, articoli, documentari. Troviamo ormai di tutto sotto l'etichetta della spiritualità; ognuno offre un punto di vista particolare, riflesso del suo sentire e della sua esperienza. 

Anche qui faremo la stessa cosa. Non vi è alcuna pretesa se non quella di condividere un percorso. Alla parola 'spiritualità', apporremo, però, una ulteriore etichetta: cristiana. Già questo un po' circoscrive il contesto.

Venendo al concetto di spiritualità, potremmo provare a cercare una costante che accomuna un po' le diverse definizioni rintracciabili nella letteratura e nella pratica delle diverse tradizioni, per poi trarre una qualche conclusione.

Sulla base della mia conoscenza attuale, e per quello che posso aver capito, la spiritualità ha a che fare con una dimensione che trascende la nostra realtà materiale di cui corpo e sensazioni fanno parte. Una dimensione, appunto, quella dello spirito, che ci appartiene ed è parte di noi anche se non ne abbiamo consapevolezza e coscienza. Una dimensione che è caratterizzata da immutabilità, contrariamente al corpo che è soggetto al divenire. Una dimensione a cui corrisponde la nostra vera identità.

Buona parte della pratica delle diverse tradizioni, cristiana inclusa, è finalizzata a prendere contatto con questa realtà, farla propria.

Mi sono chiesto, cosa ciò voglia dire per me e come si relazioni con la fede e il cammino cristiano.

Tutto ruota attorno alla domanda esistenziale "io chi sono?". La risposta è tutt'altro che banale e dipende da diversi fattori interni ed esterni; per lo più si tende a rispondere a questo quesito esponendo una qualche affiliazione sociale o, spesso, si fa confusione e si risponde illustrando cosa si fa. La risposta poi cambia nel tempo. Oggi non sono quello che ero ieri. E domani sarò qualcosa di diverso. 

La dimensione spirituale è quella che porta a riflettere dove sta la costante in tutto questo perché va oltre la contingenza. 

Un altro errore è quello di identificarci con il nostro pensiero, con chi o cosa pensiamo di essere. Lo stadio che dovrebbe seguire un risveglio spirituale prevede il realizzare che noi non siamo quello che pensiamo (oggetto, il pensiero), ma siamo chi sta dietro a questo pensiero.

Il problema è che il pensiero è contaminato, indisciplinato, incostante, volubile. È vittima del desiderio e della passione. Va disciplinato. "Purificato", altrimenti contribuisce a creare una nube nera che si interpone tra noi e la luce di Dio. 



"Uno specchio sporco non riflette distintamente la forma che gli si pone di fronte e l'intelletto, ottuso dalla sazietà, non accoglie la conoscenza di Dio". (Evagrio Pontico, Gli otto spiriti malvagi)

Nella fase di ricerca di sé, del vero sé, entra in gioco la spiritualità. Essa deve ricomprendere tutte quelle azioni che ci permettono di diradare la nube nera che ci separa dalla luce. Con la spiritualità ci ritroviamo e ci riconosciamo, ritorniamo al nostro essere creato a immagine di Dio (Gn 1, 26).

Lo spazio che era occupato dalla nube nera, si libera per ricolmarsi di Dio. 

"La mente è pura quando si è liberata dall'ignoranza ed è illuminata dalla luce di Dio". (Massimo il Confessore. Quattro centurie sull'amore)

Nello Zen si parla di creare il vuoto per potersi liberare dalla schiavitù della mente. 
L'immagine del vuoto è molto bella. A me essa non evoca il nulla, ma al contrario richiama un senso di pienezza. 
Pensiamo al numero zero. Se lo utilizziamo per descrivere una quantità, quindi un qualcosa di misurabile e proprio del mondo fisico, stiamo dicendo che questo qualcosa è totalmente assente. Se alziamo un po' il tiro e passiamo ad analizzare il concetto di zero, troviamo che lo zero è anche la somma di tutti i numeri da meno a più infinito. Quindi dal nulla, passiamo al tutto. Siamo di fronte a una cosa che è contemporaneamente sé e il contrario di sé. 
E qui arriviamo a un altro aspetto della dimensione spirituale: sparisce la contraddizione. Sparisce il concetto di opposti perché vi è armonia. L'io ritrova la sua casa in Dio. E non si strugge più nel capire dove debba andare ad abitare.

"Nessun posto è bello come casa mia". (Dorothy Gale ne' Il Mago di Oz)





Giovanni

 


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