Omelia 09/09/2023
Rubiera (RE), 09 Settembre 2023
XXII Settimana del tempo ordinario
Letture: Col 1, 21-23; Lc 6, 1-5
Le letture di oggi ci invitano a riflettere sul tema della redenzione e di come, in Cristo, siamo resi liberi e capaci di evolvere, superare le limitazioni date dal nostro io perituro e imperfetto e uniformarci al modello di perfezione rappresentato da Gesù, vera rappresentazione sulla terra del Verbo di Dio.
Nel brano dalla Lettera ai Colossesi, Paolo scrive: "Anche voi, che un tempo eravate dediti ad opere cattive, eravate stranieri e nemici, in lui siete riconciliati". Con chi dovremmo essere riconciliati? Quando commettiamo opere malvagie, quando cediamo alle tentazioni, quando ci diamo al “peccato” non facciamo male solo al nostro prossimo, ma innanzi tutto a noi stessi. La nostra coscienza, il nostro vero Io, ne risultano feriti. Siamo perfetti in potenza, abbiamo dentro il germe di Cristo. Ma ce ne dimentichiamo e pertanto diventiamo qualcosa che è molto lontano da ciò che potremmo essere. Siamo su questa terra per manifestare, come Gesù, il Verbo di Dio. Per manifestare per mezzo della nostra vita e delle nostre opere il Suo Regno al meglio delle nostre possibilità. Paolo ci dà speranza, per quanto ci allontaniamo dal cammino di perfezione tracciato per noi, per quanto possiamo cadere, in Gesù siamo riconciliati se ne accettiamo l’esempio e la guida. Se riconosciamo la scintilla di eternità che ci è stata donata e ne riconosciamo l’appartenenza all’Eterno, all’Unica realtà che tutto permea e nella quale tutto si muove, esiste, si ritrae, si trasforma. Se smettiamo di riconoscerci in tutti quei costrutti mentali, ambientali e sociali che non siamo noi, ma sono la nostra proiezione nel mondo: un’illusione. Non che queste illusioni nei limiti dell’esistenza terrena non abbiano valore, ma noi siamo anche e soprattutto Altro. E questo Altro è Eterno. Questo altro è nell’Eterno, con l’Eterno e in un certo senso è l’Eterno.
Nel passo dal Vangelo, Gesù solleva il dibattito sul Sabato. Egli e i suoi discepoli si muovono liberamente attraverso un campo di grano e mangiano dalle spighe. Questo atto può essere interpretato come un simbolo di libertà interiore e di superamento delle restrizioni convenzionali. Quella del Sabato è una pura convenzione, una regola che può avere un valore in un determinato contesto ma non è la verità. La Verità è altro. Vediamo in questo simbolo del Sabato le convenzioni e le limitazioni che noi tutti ci imponiamo. Gesù ci invita a superare tali limitazioni e ad abbracciare una visione più ampia e spirituale della realtà.
Quindi, oggi riflettiamo su come la ricerca della verità interiore e la trasformazione spirituale possano liberarci dalle catene della superficialità e delle convenzioni.
Come cercatori della verità, persone in cammino sul sentiero tracciato da Gesù, preghiamo per avere la forza di seguire i suoi passi con saggezza e che viaggio ci guidi verso una comprensione più profonda della realtà e di noi stessi. Possa questa comprensione portarci alla pace, alla consapevolezza e alla realizzazione.
Sia lodato Gesù Cristo.
Giovanni++