Il Canone biblico secondo Swedenborg

Un aspetto che caratterizza gli insegnamenti del mistico Emanuel Swedenborg è la sua visione sulla Bibbia, Parola di Dio capace di parlare direttamente allo spirito e mettere in comunicazione l'uomo coi reami celesti in virtù del significato interiore celato al di sotto dell'interpretazione letterale. Per scendere nel profondo del significato spirituale delle Scritture occorre riconoscere le relazioni tra l'immagine, rappresentata dalla lettera del testo, e il simbolo universale a cui riconduce. Ogni immagine terrena ha un riflesso nel regno dello spirito secondo quella che viene definita "dottrina delle corrispondenze":

"Come esiste il Sole, visibile in cielo qui nel nostro mondo, così esiste un Sole nel cielo del mondo spirituale. Il Sole del mondo spirituale consiste di puro Amore, quello terreno di puro fuoco. In essenza e sostanza sono profondamente differenti, ma nella forma e nella funzione giocano lo stesso ruolo nei rispettivi mondi". [1]

Tuttavia per Swedenborg, non tutta la Bibbia è Verità Divina. Quando nei suoi scritti cita la Parola, non intende il canone biblico cristiano (protestante) nella sua interezza ma solo alcuni libri. E' Parola di Dio solamente quella parte della Bibbia che cela corrispondenze, che mette in comunicazione e relazione con verità spirituali in maniera immediata. Il resto dei libri li considera testi dottrinali, degni di lettura, edificanti, ma nei quali la comunicazione con il Cielo è mediata. Da chi? Da interpreti, per insegnare, divulgare, organizzare le comunità. E' così ad esempio che Swedenborg vede le epistole che costituiscono il Nuovo Testamento:

"Sono state scritte dagli apostoli affinché la nuova Chiesa cristiana potesse essere fondata attraverso di essi; pertanto, le questioni dottrinali non potevano essere scritte nello stile della Parola, ma dovevano essere espresse in modo tale da essere comprese più chiaramente e intimamente. Gli scritti degli apostoli sono, tuttavia, buoni libri della Chiesa, che insistono sulla dottrina della carità e della fede con la stessa forza con cui lo ha fatto il Signore stesso nei Vangeli e nel Libro dell'Apocalisse". [2]

Se ci pensiamo, nei Vangeli fanno eco le parole esatte di Gesù, capaci di risuonare sine glossa nel cuore di ogni uomo. Anche nei cuori più induriti, cinici o disincantati.

Pensare a un canone diverso potrebbe sembrare strano, ma va considerato che ogni confessione cristiana dice la sua. Cattolici e Ortodossi hanno in più rispetto ai Protestanti i c.d. "Deuterocanonici" (Giuditta, Tobia, Maccabei, Sapienza, Siracide...). I copti d'Etiopia arrivano a 81 libri canonici nella Bibbia, contro i 73 della Chiesa Latina. Tra questi il Libro di Enoch. 


Veniamo quindi al Canone secondo Swedenborg. In Arcana Coelestia (n. 10325) così lo definisce:

"I libri della Parola sono tutti quelli che hanno un significato interiore; i libri che non lo hanno non costituiscono la Parola. I libri della Parola nell’Antico Testamento sono: i cinque Libri di Mosè; il Libro di Giosuè; il Libro dei Giudici; i due Libri di Samuele; i due Libri dei Re; i Salmi di Davide; e i Profeti: Isaia, Geremia, Lamentazioni, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia. E nel Nuovo Testamento sono: i quattro Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni; e il Libro dell’Apocalisse".

Moses receiving the Law, William Blake (1780)



Fonti:
  • Rose J.S., Swedenborg's Garden of Theology. An Introduction to Emanuel Swedenborg's Published Theological Works. Swedenborg Foundation Press [citazione n.1]
  • Lettera di E. Swedenborg al Dr Gabriel Beyer del 5/04/1766. Riportata in questo articolo dei rev. Lee e Annette Woofended: https://leewoof.org/2019/05/31/why-isnt-paul-in-swedenborgs-canon/ [citazione n. 2]


+Giovanni


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