Omelia 27/11/2022 - I Domenica d'Avvento

Omelia tenuta nel corso dell'Ufficio Mattutino secondo gli usi della Chiesa Cattolica Liberale.

Letture

Ger 33, 14-16 

Lc 21, 25-28.34-36 



    Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra”? (Lc 18, 8)

Ecco una domanda, che tra le righe, vediamo celata nelle letture di oggi.

Ha trovato la fede il Figlio dell’uomo quando venne a camminare tra noi per la prima volta in quel tempo?
L’ha trovata negli ultimi, nei reietti, addirittura nei pagani: lo stesso Gesù lo dice, l’uomo di più grande fede di tutto l’Israele era un centurione romano.
L’ha trovata in quelli che vedendo Gesù, lo hanno riconosciuto e gli sono andati incontro.

L’ha forse trovata in quelli che erano stati ‘messi a parte’ per amministrare il culto e il potere per conto di Dio? Quelli che lo avrebbero dovuto accogliere, accogliere colui che era stato già da tempo annunciato dai profeti.
Gesù, quando venne tra questi trovò sì la fede. Ma non in Lui. Lui, Parola Vivente, trovò tra questi la fede nella lettera morta.

A chi lo ascoltava, Gesù, invitava a porsi con coscienza rispetto a ciò che “sta scritto”: ricordate la polemica sulle guarigioni in giorno di sabato?
E come si adopera questa nostra coscienza per discernere tra ciò che ‘sta scritto’ rispetto a ciò che ‘si dovrebbe in realtà fare’? Ce lo dice Gesù nel Vangelo di oggi. “Fate attenzione che i vostri cuori non siano appesantiti”.

Ma che cos’è che appesantisce il cuore?
Gozzoviglie, Ubriachezza, Preoccupazioni.
Gozzoviglie. Forse che, dimentichi della semplicità dell’Amore, nel quale si sviluppa la nostra esistenza e che dovrebbe muovere ogni nostra azione, vi aggiungiamo tante cose inutili, al punto che poi perdiamo di vista ciò che è necessario?

Forse che ne abusiamo talmente tanto di queste cose “di contorno” da ubriacarcene e diventarne dipendenti?

Forse che ce ne leghiamo talmente tanto da svilupparne un attaccamento morboso per cui, poi, la nostra unica preoccupazione rimane quella di non far crollare il castello di idee, parole, percezioni, interpretazioni che ci siamo costruiti?

Se dovesse arrivare oggi, Egli troverebbe sì la fede, come allora, ma, peggio di allora, la fede nell’Effimero. Una fede che ha perso ogni radice, in un Dio che ha perso la D.
Un Effimero che avviluppa l’uomo al punto che se dovesse manifestarglisi l’Eterno, non lo riconoscerebbe. Un Effimero che l’uomo assolutizza. Ma che si disperderà, lasciando l’uomo nudo davanti all’Eterno. E questo momento, prima o poi, arriverà per tutti.

Perché quindi non iniziare a spogliarci fin da ora, nell’attesa. Magari potremmo scoprire che Egli è già qui, non se n’è mai andato e mai lo farà. Era solo coperto da uno strato troppo fitto di abiti di cui noi ci siamo rivestiti.


Sia Lodato Gesù Cristo.

Giovanni++




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