Omelia 6/11/2022 - Giornata di co-celebrazione ecumenica e ammissione alla confraternita Mariavita di un fratello
Rubiera (RE), 06 Novembre 2022
Nella giornata odierna siamo stati benedetti dalla visita di Mons. Edio, primate della Chiesa Cattolica Celtica, con cui la nostra Chiesa Cattolica Liberale Mar Thoma/Santa Chiesa Celtica Internazionale è in piena comunione. In questa giornata, la co-celebrazione eucaristica è stata accompagnata dalla cerimonia di ammissione di un nostro fratello alla Confraternita della Vita di Maria (Mariae Vitae Sodalitas).
Riporto sotto l'omelia tenuta dal sottoscritto, p. Giovanni, nella celebrazione odierna.
"Cari fratelli,
Questa è una giornata importante per la nostra chiesa. Oggi ci incontriamo in presenza per la prima volta.
Oggi abbiamo qui con noi il Primate di una chiesa con noi in comunione, con cui sono sicuro la collaborazione e gli scambi saranno continui e proficui. Lasciatemi dire che tutto questo è un dono, una benedizione per noi tutti.
Sul termine “benedizione” vorrei riponessimo la nostra attenzione.
Perché essere qui, oggi, è una benedizione? Che cos’ è una benedizione?
Nella Sacra Scrittura possiamo dire che il tema della benedizione sia un tema cardine. Dio benedice gli animali e l’uomo, sin dalla Creazione. E da allora si susseguono molti esempi di uomini e donne messe a parte, benedette, secondo il disegno di Dio. E qui sta un punto chiave: chi viene benedetto non è benedetto per un suo merito, non riceve un premio, non è un innalzamento della persona ordinaria a un qualcosa di speciale. Chi è benedetto diviene strumento, diffonde la benedizione, porta altri dentro la benedizione una e unica: quella impartita da Dio all’inizio dei tempi. Pensiamo a Giacobbe, benedetto da Isacco (con la stessa formula usata da Dio per benedire il Creato, giunta a Giacobbe per mezzo di Abraamo), da cui poi è nato lo stesso popolo consacrato da Dio, dal quale si è generata la stirpe di Davide e, quindi, il Cristo. Pensiamo alla stessa Maria, a cui l’Angelo ha portato l’annuncio e la benedizione di Dio. Che a sua volta ha benedetto il mondo dando alla luce Gesù.
Ecco, cerchiamo ora di applicare tutto questo alla nostra piccola realtà ecclesiale. Noi siamo una chiesa indipendente, in un qualche modo ‘messi a parte’ per realizzare uno scopo, un fine. Ci sarà, del resto, un motivo no per il quale siamo qui e non siamo dentro una delle chiese istituzionali? Ora, se questo essere ‘messi a parte’ trova solo motivazione nel nostro ego, nel voler essere speciali, diversi.. lasciatemi dire che di benedetto c’é ben poco. Ci siamo messi a parte da soli, divisi dal resto. E la divisione con fini egoistici sappiamo bene da chi proviene…
Ma se invece prendessimo atto della grande opportunità che questo dono dell’indipendenza ci porta? Non credo sia azzardato dire che l’opportunità che ci viene data sia quella di fornire un percorso diretto verso l’Unità. Un’unità con la U maiuscola, si badi bene. L’Unità che cerchiamo è quella con Dio per mezzo di Cristo. Non l’unità con un qualsiasi agglomerato umano terreno, una organizzazione di fedeli più o meno grande, gestita da una autorità terrena al cui volere e alla cui interpretazione dobbiamo uniformarci, demandando ad altri la valutazione di come e in che misura ciò che viene raccontato partecipi della Verità.
L’opportunità che ci viene data è un percorso, non certo uguale per tutti, che porta ognuno di noi a ricercare Cristo dentro di Sé e in Lui riconoscersi: trovare nel proprio cuore Cristo, perché è lì che lui vive e che risiede quella parte di noi fatta ad immagine e somiglianza di Dio.
E’ proprio questa quell’Unità di cui parlavo prima, quella con la U maiuscola. Che questa Unità vada ricercata dentro di noi, sia Luca che Tommaso ce lo ricordano nei loro Vangeli.
Leggiamo, infatti, in Luca: «Il regno di Dio non viene in maniera che si possa osservare; né si dirà: "Eccolo qui" o: "Eccolo là"; poiché, ecco, il regno di Dio è dentro di voi» (Lc 17, 20-21). A cui fa eco Tommaso: «Gesù disse: – Se coloro che vi guidano vi dicono: ecco il regno è nel cielo, allora gli uccelli del cielo vi precederanno. Se vi dicono che è nel mare, allora i pesci vi precederanno. Ma il regno è dentro di voi ed è esterno a voi. Quando voi avrete riconosciuto voi stessi allora sarete riconosciuti e saprete che siete i figli del Padre vivente» (Vangelo di Tommaso, logia 3).
Questo percorso di ricerca, è quindi un viaggio alla scoperta di noi stessi, e questo ci rende via via uomini e donne migliori, ci perfeziona, ci avvicina all’ideale di Cristo. Ci cambia. E questo cambiamento non è utile solo per noi. Un uomo o una donna migliore rendono migliore il mondo, perché è nel mondo che questa o questo vivono, si muovono e operano. È qui che danno testimonianza. È qui che portano i frutti del loro incontro con Cristo e grazie alla loro opera portano Cristo nel mondo. Gli orientali direbbero che un Uomo rinnovato, illuminato, (per noi tale è l’uomo che conosce il Cristo) non genera nuovo karma. Se pensiamo al karma come legge universale degli effetti generati a causa delle nostre azioni, un uomo di questa natura non sarà mai mosso (o limiterà) la volontà di nuocere e creare effetti negativi. Semplicemente perché saranno sempre meno le azioni egoistiche, l’attaccamento al piacere, la bramosia e la voglia di accumulare a discapito degli altri. Una maggior autoconsapevolezza, un riconoscersi nell’Unità porta ad abbracciare tutto e tutti. Nell’Unità non c’è spazio per la separazione. Nell’Unità siamo tutti fratelli e sorelle. Tutti condividiamo la stessa vita. Per questo, Gesù ci dice: "tutte le volte che [avete aiutato] uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me" (Mt 25, 40). Le azioni cattive, invece, sono come una scintilla, la quale per quanto piccola, è sufficiente per dar fuoco a un cumulo di paglia alto come un palazzo. Per questo bisogna ricercare, seguire Cristo, come Lui stesso ci ha invitati a fare, spogliandoci di tutto, per arrivare a riconoscerlo come vivo dentro di noi e allo stesso modo vivo dentro al nostro fratello o alla nostra sorella. Uniti in Cristo, diveniamo l’immagine di Dio riflessa nell’umanità. E’ questo il progetto di Dio a cui Tutti siamo chiamati a contribuire.
La benedizione che ci viene data è un percorso di trasformazione, di noi stessi per trasformare il mondo. Riecheggiano le parole di Dio: “andate, moltiplicatevi, portate frutto”.
Questo vale per noi come chiesa e per noi singoli. Noi ministri, noi credenti. Noi Figli di Dio".
Sia lodato Gesù Cristo.
Giovanni++