"The Conscript" (Il coscritto) - una poesia contro la guerra di H.P. Lovecraft
Dedicato a chi gioca alla guerra perché tanto sa che a morire non va.
H.P. Lovecraft nel 1934
Il Coscritto (1918)
Sono un uomo pacifico, un lavoratore -
Non sono né saggio né forte -
Ma posso seguire il piano della Natura
Nel lavoro, nel riposo e nel canto.
Un giorno gli uomini che ci governano
Decisero che dovevamo morire,
Altrimenti orgoglio e libertà
Sarebbero caduti in un oscuro domani.
Mi dissero che dovevo scrivere il mio nome
Su un registro di morte;
Che un giorno sarei diventato famoso
Rinunciando al mio respiro.
Non so cosa io abbia fatto
Per essere condannato così,
Ad attendere torture, una dopo l’altra,
E poi una tomba senza nome.
Non odio nessuno, eppure dicono
Che devo combattere e uccidere;
Che devo soffrire giorno dopo giorno
Per compiacere la volontà di un padrone.
Un tempo avevo la coscienza libera,
Ma ora mi dicono di metterla a tacere;
Hanno fatto di me un numero,
E non devo mai protestare.
Parlano di trincee lunghe e profonde,
Colme di corpi massacrati;
Ne parlano finché a malapena dormo,
Tanto mi gira la testa.
Parlano di sudiciume, di sangue e di dolore;
Di cose oltre ogni immaginazione;
Di cose che mi fanno tremare
Di paura e di pena mescolate.
Non so cosa farò -
Non è forse ingiusta questa legge?
Non posso fare ciò che vogliono,
Eppure dicono che devo!
Ogni giorno la mia condanna si avvicina;
Ogni giorno lo Stato si prepara;
A volte sento un’ombra che mi osserva,
E osserva, e osserva.
Non riesco più a dormire - la mia testa
Vortica in modo stranissimo.
Perché sono stato scelto per morire
In un giorno fatale?
Eppure - ascoltate - qualcosa dentro di me si spezza.
Bevo un vino che stordisce -
Tutto sembra così strano, non posso far altro
Che ridere, ridere, ridere!
Testo in inglese: https://www.hplovecraft.com/writings/texts/poetry/p163.aspx