17/05/2025 - Omelia per la trasmissione della Successione Apostolica di S. Andrea al Vescovo Renato (Tau Christodoulos)
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Dopo essere apparso a Maddalena vicino al sepolcro vuoto, Gesù apparve ai discepoli, tutti presenti eccetto colui che lo aveva tradito e Tommaso e, dopo che essi lo ebbero riconosciuto Gesù alitò su di loro dicendo “Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi… Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20, 21-22). Tale mandato, come ben sappiamo, venne “perfezionato” il giorno di Pentecoste, con la discesa dello Spirito Santo in lingue di fuoco che si posarono su ciascuno di loro. Da quel giorno i discepoli divennero Apostoli. Lo Spirito discese e toccò ciascuno dei 12, i 10 su cui Gesù ha alitato il giorno della sua apparizione, Tommaso, che nel frattempo si era ripreso dalla sua incredulità e Mattia, designato al posto di Giuda Iscariota. La tradizione ci dice che Maria, madre di Gesù e Maddalena, apostola degli apostoli, erano altresì presenti e quindi, a logica, lo Spirito toccò anche loro. Non trovò alcun impedimento nel corpo femminile, come una certa teologia romana vuole far credere (ossia che il corpo femminile ostacoli la discesa dello Spirito Santo e la consacrazione di una donna al ruolo di successore degli apostoli). Questo ci fa pensare che la (ri)consacrazione effettuata oggi non fosse in sé un qualcosa di necessario. Del resto è addirittura lo stesso Pietro a dirlo nel suo primo discorso alla folla “Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno […] E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito” (At 2, 17-18). Quindi anche ammettendo un tempo potesse aver senso l'esclusione delle donne dal ministero ordinato, potrebbe non esserlo oggi. [1]
Disse il buon Leadbeater che il Sacramento
dell’Ordine è riservato a persone di sesso maschile in quanto istituito dallo
stesso Cristo in questo modo [2]. E solo Cristo può cambiare questa disposizione. Ma
Cristo non è solo la sua incarnazione, il Redentore del mondo è anche il principio
e il fine dell’evoluzione cosmica. Diceva il teologo Teilhard de Chardin
che il Cristo Risorto e glorificato è l’attrattore supremo dell’intera
evoluzione umana e cosmica. Nel Cristo, identificato come Punto Omega, materia
e spirito si uniscono e la storia giunge a compimento [3]. A questo allude San
Paolo quando dice “ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo e
quelle della terra” (Ef 1,10). Il mondo quindi è trasformato e portato a
pienezza in Cristo in una convergenza unificante verso la divinizzazione del
cosmo e la pienezza dell’umanità. In quel punto non ci sarà “più né uomo né
donna, poiché tutti saremo uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28). Le conseguenze
di questo pensiero sono di due tipi: 1. l’umanità trova il suo compimento
nell’unità del Corpo Mistico; 2. Cristo guida l’evoluzione. Non redime dopo la
storia ma è attivo come principio dinamico dentro la storia.
Ecco che le parole di Leadbeater,
padre fondatore della Chiesa Cattolica Liberale, assumono un nuovo significato.
Non dobbiamo aspettarci un ritorno fisico della figura di Gesù che arrivi a
modificare l’istituzione del sacerdozio. Ma che questa venga modificata dal
c.d. “segno dei tempi”, infatti è il tempo stesso, con i suoi mutamenti
sociali, ontologici, esistenziali che ci dice non vi sono più ragioni per
ritenere che la donna non possa validamente ricevere il Sacramento dell’Ordine.
Questa la ragione per cui oggi riconsacriamo il nostro fratello “sub
condicione” [4], nella consapevolezza che non stiamo aggiungendo nulla se non un
nuovo lignaggio.
Questo lignaggio per noi ha significato. Un
significato che va ben oltre al dialogo ecumenico, ossia l’essere riconosciuti
dalle altre chiese indipendenti più tradizionaliste in senso di successione
apostolica.
Trasmettiamo oggi la linea di
successione apostolica trasmessa da Sant’Andrea, il primo chiamato.
E’ lui che nel Vangelo di Giovanni va da suo fratello Simone, che sarà poi noto come Pietro, ad annunciargli di aver trovato il Messia. E’ lui che in un certo senso porta Cristo al fratello, quello che diventerà la “roccia” che la chiesa romana metterà sul trono come principe degli Apostoli.
Andrea rappresenta la vocazione
che nasce dal desiderio e dalla ricerca. Ascolta Giovanni Battista, ma non si
ferma a lui. Non aspetta di essere trovato da Cristo, si mette in cammino e lo
incontra. Non trattiene la grazia, la trasmette.
Quale tra gli apostoli potrebbe
essere più rappresentativo del nostro ministero indipendente? Del nostro
portare la grazia del Signore a chiunque ne fa richiesta grazie alla potestà
Sacramentale che ci è stata trasmessa? Dove non arrivano le chiese istituzionali,
perché accecate da precetti morali e sociali che si sono autoimposte, arrivando
ad escludere persone dalla Grazia, noi possiamo e dobbiamo arrivare.
Come Andrea è stato un ponte tra Cristo e Pietro, noi ora possiamo essere un
ponte tra Pietro e l’umanità della quale lui non si prende cura.
Anche il fatto che Andrea simboleggi la ricerca è un qualcosa di molto potente per noi, parlo per me e per il fratello Renato, che veniamo da
tradizioni spirituali non convenzionali. Che riconosciamo in Cristo un approdo
del nostro cercare. Abbiamo ascoltato tanti maestri, ma alla fine è Cristo che
seguiamo.
Abbiamo ricevuto la successione
di Andrea, che era un discepolo di Giovanni. E sappiamo che quando si parla di
tradizione della Chiesa Giovannita [5], non è solo all’Apostolo che Gesù amava che
facciamo riferimento. Ma anche a Giovanni il Precursore, figura tanto
importante per il ministero terreno di Gesù. Questo lignaggio apostolico che è
arrivato a noi è un dono che riporta coerenza al nostro percorso e
al nostro ministero. Non è qualcosa che ha reso valido un qualcosa che avevamo
ricevuto in maniera “viziata” perché abbiamo già visto che non è così. E’ una
riconnessione alla nostra tradizione. Un ponte tra un prima, la nostra
provenienza da mondo “esoterico”, e un dopo “essere pienamente successori di
colui che è stato ponte tra diverse tradizioni”.
In che senso “ponte tra diverse
tradizioni”?
Dopo la Pentecoste, Andrea
predicò in terra di Asia Minore, Tracia e Grecia fino al giorno del suo
martirio che avvenne a Patrasso. Portò il messaggio di Cristo in una cultura
plasmata dal pensiero dei grandi filosofi greci. Annunciò il Vangelo in un ambiente
filosoficamente “plasmato” da Platone [6]. La sua missione è un ponte fra Atene e
Gerusalemme: tra la sapienza umana che cerca e la rivelazione divina che si
dona. Nelle nostre figure e nella nostra storia, mia e del fratello Renato,
avviene questa commistione. Il nostro cammino in tradizioni plasmate
da Platone (perché alla fine tutto a lui che riconduce) si unisce a quello
dell’annuncio cristiano.
Chiudo con le parole dell’inno
Acatisto a Sant’Andrea, al quale chiediamo benedizione e protezione nel nostro
ministero:
La forza di Dio è scesa su di
te, Apostolo primo chiamato, per predicare la forza e la gloria del Figlio di
Dio e confermare tutti i chiamati a credere nella Santissima Trinità. Allora
anche noi che ci inchiniamo davanti al Dio Uno in tre ipostasi custodiscici nei
pascoli verdi di Cristo, perché sempre santificati dalla grazia dello Spirito
Santo a gran voce Lo cantiamo: Alleluia!
Rallegrati forza di Dio, che
scaccia le schiere dei demoni e rompe le catene delle prigioni; rallegrati tu
che hai accolto la grazia apostolica che ci ha liberato misteriosamente dalle
catene dell'Ade. Rallegrati, l'Occidente e l'Oriente hai diviso a sorte con il
tuo sapiente fratello, per amore della predicazione della parola di Dio.
Rallegrati, Andrea, Apostolo
di Cristo, Primo Chiamato!
+Giovanni
Note
[5] Renato è Vescovo Primate della Chiesa Giovannita, con la quale siamo in piena comunione.
[6] Quella che nel mondo esoterico viene chiamata "Tradizione occidentale" deve moltissimo, a livello dottrinale, a Platone e al neoplatonismo.