Swedenborg e il sacerdozio

Nei suoi scritti, Swedenborg, che ricordiamo non ha mai dato vita a una nuova chiesa ma ha semplicemente posto le basi affinché altri raccogliessero la sua eredità e creassero una “chiesa swedenborgiana”, reintroduce, nonostante la sua cultura protestante, una forma di sacerdozio quale ministero necessario per la trasmissione della volontà divina e la guida spirituale dei fedeli. 

Per Swedenborg un autentico sacerdozio va oltre la funzione funzione sacramentale, dovendosi basare su una conoscenza profonda della Scrittura e un impegno sincero per la rigenerazione spirituale. Questo è un punto fondamentale in quanto egli dice di non limitarsi a formalità ecclesiastiche nel riconoscere l’autorità del sacerdote, evitando di enfatizzare la successione apostolica (come intesa in senso cattolico, ossia la coincidenza della stessa con la genealogia episcopale) quale elemento indispensabile al sacerdozio nella Chiesa di Cristo. Occorre invece valutare, nel sacerdote, la maturità spirituale, l’autenticità della fede e l’adesione sincera alla divina rivelazione. Centrale rimane comunque, come nelle chiese sacramentali, l’opera dello Spirito Santo in questo ministero.

Lo Spirito Santo proviene sempre dal Signore e si manifesta in quanto emanazione divina nell'operato della Chiesa e dei suoi ministri; passa attraverso il sacerdote all’assemblea dei fedeli ma il dono spirituale non risiede mai nell’individuo ma proviene sempre dall'Alto. Predicazione e Sacramenti sono i mezzi attraverso i quali avviene tale trasmissione (Canone n. 36 della Nuova Chiesa).  

Nel testo “Vera Religione Cristiana” (n. 146), Swedenborg spiega che l’attività del Signore attraverso la trasmissione dello Spirito Santo porta illuminazione e istruzione ai ministri responsabili della guida spirituale ed è proprio questa ispirazione divina a conferire autorità e credibilità al sacerdote nello svolgimento del suo ufficio.


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La vera ispirazione divina, tuttavia, non deve essere confusa con l’entusiasmo superficiale e il fervore che possono scaturire anche da falsità o intenzioni errate. L’illuminazione divina opera come un “fuoco santo”, lo stesso che illuminò gli Apostoli:


“La ragione per cui l'illuminazione e l'istruzione sono donate al clero è che queste sono parte dei loro doveri che l'ordinazione al ministero porta con sé. I ministri ordinati credono anche che, quando il loro zelo li spinge a predicare, sono ispirati come i discepoli del Signore sui quali Egli soffiò e disse: Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20:22; Mc 13,11). Alcuni addirittura affermano di averlo sentito fluire in loro. Ma dovrebbero fare molta attenzione a non essere convinti che lo zelo, con cui molti sono trasportati mentre predicano sia Dio che opera nei loro cuori. Infatti, uno zelo simile, o anche più ardente, lo provano i fanatici e anche coloro che sostengono le dottrine più false […]. Lo zelo, considerato in sé, è un'esplosione di calore nell'uomo naturale. Se ha in sé l'amore per la Verità, allora è come il fuoco santo che ha toccato gli Apostoli. […] Ma se quello zelo o esplosione di calore ha in sé l'amore per la falsità, allora è come il fuoco che arde in un tronco, il quale scoppia e incendia la casa. [Coloro che] sono trasportati da uno zelo che in molti casi proviene da un amore infernale gridano più violentemente e sospirano più profondamente nel petto, rispetto a quelli il cui zelo proviene da un amore celeste”.


Viene poi detto nello stesso testo (n.155), che all’illuminazione che attiva un processo di istruzione nel ministro ordinato vengono aggiunti due stati intermedi di percezione e disposizione. Quindi sono quattro i processi che un sacerdote attraversa in seguito all’ordinazione: illuminazione, percezione, disposizione, istruzione. L’illuminazione proviene dal Signore, la percezione dipende dalla persona e dalla qualità della luce interiore portata dagli insegnamenti ricevuti (tale luce sarà tanto più splendente quanto più l’insegnamento interiorizzato e compreso si avvicina alla Verità) così come la disposizione, che è una qualità individuale legata a quanto un individuo è propenso verso il Bene. Ne consegue che “l'illuminazione che viene dal Signore si trasforma in luce e calore di vari tipi, che differiscono in ogni caso in base alla persona”.


Nel già citato Canone n. 36 della Nuova Chiesa, viene detto che se è pur vero che lo Spirito Santo fluisce dal Signore attraverso gli uomini, è solo il Signore che può “concedere” lo Spirito Santo, che rappresenta il Divino nel suo procedere, ovvero l'aspetto dinamico, o "Volontà Divina in azione", secondo una definizione ben esposta da J.I. Wedgwood nel suo saggio "The Assumption of the Virgin Mary" pubblicato sulla rivista "The Liberal Catholic" nel 1952. 

Questo procedere è sempre legato alla Volontà Divina, non vi è alcun modo in cui il volere dell'uomo possa interferire perché lo Spirito non gli appartiene. Non esiste, quindi, alcuna autorità umana che possa detenere per sé lo Spirito e vincolarlo ai propri riti, alle proprie volontà e usanze. Lo troviamo del resto ben espresso sin dai tempi dell’AT (Num 11, 24-25):


“Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole dell'Eterno; radunò quindi settanta uomini degli anziani del popolo e li pose intorno alla tenda. Allora l'Eterno scese nella nuvola e gli parlò, e prese dello Spirito che era su di lui e lo mise sui settanta anziani; or quando lo Spirito si posò su di loro, profetizzarono, anche se in seguito non lo fecero più.  Ma due uomini, l'uno chiamato Eldad e l'altro Medad, erano rimasti nell'accampamento; e lo Spirito si posò anche su di loro; essi erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda; ciò nonostante profetizzarono nell'accampamento.”


L’Eterno si è fatto conoscere sulla Terra in Gesù Cristo ed è sempre a Lui che allude Swedenborg quando usa la parola “Signore”: “il nome SIGNORE è usato esclusivamente per indicare il Salvatore del mondo, Gesù Cristo, e Lui è chiamato Signore senza l'aggiunta degli altri Suoi nomi. In tutto il cielo, Egli è riconosciuto e adorato come Signore, poiché ha tutto il potere in cielo e sulla terra” (Arcana Coelestia n. 14).

La creazione di un nuovo sacerdote prevede, come nelle chiese "sacramentali", che la trasmissione dello Spirito Santo conceda all'eletto i doni che questo ministero richiede. Le chiese swedenborgiane, tuttavia, non dimenticano da chi proviene questo "potere" di ordinare: da Gesù.

Prendiamo ad esempio il rito riportato nella “Liturgy for the General Church of the New Jerusalem” (1916) per le ordinazioni.

Dopo una esposizione dei passaggi biblici e delle dottrine di Swedenborg, l’ordinazione si svolge in questo modo (riporto solo i passaggi chiave, indicando con V. il Vescovo e con Cand. Il candidato):


V. Credi che la tua chiamata e la tua elezione vengano dalla Divina Provvidenza del Signore?

Cand. Si.

V. Sei quindi pronto e dichiari la tua volontà di prendere su di te i doveri e le responsabilità di questo Ufficio?

Cand. Lo sono.

V. Dichiari quindi in presenza del Signore e davanti alla sua assemblea la tua fede che si rende manifesta nel tuo ingresso nell’ufficio sacerdotale?

Il candidato legge l’Atto di Fede.

[…]

V. O Signore Gesù Cristo, che sei il nostro Re e Sommo Sacerdote per sempre; ti preghiamo per la pienezza della Tua Presenza in questo atto ordinato dalla tua Chiesa: vieni, o Signore, con luce e potenza, per dare illuminazione e forza a questo tuo servo che ora entra nei doveri dell'ufficio sacerdotale; sii con lui nell'opera che lo attende; benedici il suo ministero per il bene della tua Chiesa; guidalo sulla via della verità come strumento della Tua Divina Opera di condurre le anime al Tuo Regno; possa egli crescere in conoscenza e intelligenza, e in ogni bene, affinché possa adempiere al suo ruolo a onore e gloria del Tuo Santo Nome. Amen.

Con l’imposizione delle mani l’ordine è conferito nel nome di Gesù Cristo:

V. Nel nome di Gesù Cristo, ricevi l’ordinazione sacerdotale della Nuova Chiesa.


È quindi il Signore Gesù Cristo per mezzo della trasmissione dello Spirito che ordina, eleva al sacerdozio il candidato. Lo stesso Signore che nel rito è sempre presente, adempiendo alla sua promessa:


Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20)


+Giovanni

 

Bibliografia

  • E. Swedenborg, Arcana Coelestia, first book (1759);
  • E. Swedenborg, True Christian Religion (1771);
  • E. Swedenborg, Canons of the New Church (1769);
  • New Jerusalem Church, Liturgy for the General Church of the New Jerusalem, Bryn Athyn, Pa. : Academy Book Room (1916)
  • J. I. Wedgwood, The Assumption of Virgin Mary (1952) nella raccolta "Wedgwood the collected works", Saint Alban press (2007).

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