Omelia - Domenica di Pasqua 2024


Fratelli e Sorelle,

Secondo la dottrina della Chiesa Cattolica Liberale, Gesù Cristo è “il Signore dell’amore e della sapienza, primo tra i fratelli, che ci conduce alla gloria del Padre, e che è lui stesso la via, la verità e la vita” (Secondo Atto di Fede Cattolico Liberale). La grande differenza, rispetto alla dottrina delle altre chiese cristiane, è che per la dottrina liberale il legame tra Dio e l’Uomo non si è mai spezzato. È piuttosto un allontanamento, una caduta. Un voltare le spalle all’Essere da cui proveniamo, dal quale più ci allontaniamo, più cessiamo di vederne la Luce. Che comunque continua a risplendere per noi.

Quello della caduta non è un avvenimento storico, ma un processo continuo. Con le nostre azioni, il libero arbitrio, il pensiero possiamo proseguire lungo la strada della caduta o possiamo, una volta che avremo preso coscienza che stiamo camminando verso il buio, voltarci e cercare di seguire la Luce. Quella Luce spirituale è Cristo, il cui regno è dentro di noi. Come dice Giovanni, Cristo è la Luce vera che illumina ogni uomo che viene nel mondo. Tale Luce si riflette nell’Uomo e nella storia, ecco quindi che troviamo Gesù, in tutto e per tutto simile a noi, come colui che ci ha mostrato come ripercorrere la via della caduta, ma in senso opposto, ritornando al Divino da cui proveniamo.

Il mistico armeno Georges Ivanovic Gurdjeff, racconta la situazione dell’uomo con una interessante metafora. Egli vede il corpo come una carrozza, trainata dai cavalli che sono le emozioni e i desideri, mentre la mente fa da cocchiere. In tutto questo vi è un passeggero, addormentato, che non esprime alcun desiderio sulla direzione da prendere. Fino a quando il passeggero, che rappresenta la coscienza, non si sveglia è la mente a prendere decisioni. Può domare i cavalli o cedere e farsi dominare da loro. Cristo è colui che sveglia la coscienza e, in un certo senso, è Lui stesso la nostra coscienza. Nel Vangelo di oggi abbiamo visto il Cristo risorto apparire a Maddalena. Nel Vangelo di Maria Maddalena, l’incontro tra i due è approfondito da un interessante scambio di battute. Gesù dice a Maria: "Beata, tu che non hai vacillato alla mia vista. Là, infatti, ove è la mente, quivi è il tesoro […] l’uomo non vede attraverso l’anima, né attraverso lo spirito, ma è la mente quella che vede”. La mente è un grande filtro attraverso il quale facciamo esperienza del mondo, che ci consente di conoscerlo e di conoscerci e che è messa alla prova nel momento in cui ci troviamo di fronte a Lui. È la mente che alza barriere nel momento in cui ci giunge il messaggio di Salvezza portato dal Signore, attraverso la vita, la morte e la resurrezione di Gesù, attraverso l’opera dei suoi testimoni. È la mente che ci fa dire “ma è solo il giardiniere”, quando attorno a noi “i cieli e la terra narrano la gloria di Dio”.

Il nostro amato Emanuel Swedenborg chiama il percorso di ritorno verso il divino come “processo di rigenerazione dell’uomo”. Uomo che è immagine di Dio, la cui rigenerazione è immagine della glorificazione di Cristo. Dice Swedenborg negli Arcana Coelestia (#3212): “Una volta che è stata rigenerata, si dice che la persona è nata di nuovo e creata di nuovo. A quel punto, il viso e il linguaggio di una persona rimangono gli stessi, ma non così la sua mente. Una volta rigenerata, la sua mente è aperta verso il cielo, e l'amore per il Signore e la carità verso il prossimo, insieme alla fede, risiedono in essa. È la mente che lo rende una persona diversa e nuova”. Tornando alla metafora di Gurdjeff, riconosciuta in Gesù “la via, la verità e la vita”, la carrozza non va più dove decidono i cavalli ma sarà la mente a imprimere una direzione che è anche conforme a ciò che Cristo vuole per ciascuno di noi, che seguendo Lui facciamo tutti ritorno all’Eterno al quale apparteniamo.

Sia lodato Gesù Cristo.

+Giovanni

Post più popolari